domenica 29 novembre 2009

Il profilo professionale dell’insegnante di lingue

La professoressa Silvana Schiavi Fachin, in un documento che risale al 2003, specifica quale deve essere il profilo professionale dell'insegnante di lingue.

"La professionalità dei docenti di lingue va naturalmente e prioritariamente vista nel contesto più vasto dei sistemi educativi italiani ed europei e concerne aspetti culturali, pedagogici, socio e psicopedagogici comuni a tutti i settori disciplinari. Quella degli insegnanti di lingue minoritarie, seconde, straniere comprende dei tratti comuni che trovano la loro radice nella natura stessa dell’insegnamento/apprendimento plurilingue adeguato all’esigenza attuale della società europea di sviluppare buoni livelli di competenza comunicativa in una pluralità di lingue comunitarie sia di ampia circolazione che di più limitata diffusione e di diffondere tra i suoi cittadini la conoscenza della diversità e della ricchezza culturale dell’Unione per favorire la comprensione tra i popoli e la loro integrazione.

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Un nuovo sapere

In via assolutamente prioritaria l’insegnante di lingue deve avere una buona padronanza pratica della lingua che insegna per poter offrire ai suoi allievi un modello di riferimento certo ed efficace, senza la presenza di coloriture (straniere o regionali) troppo marcate. Deve conversare con scioltezza e avere una buona disponibilità all’interazione verbale. Deve sapere confrontarsi, senza timore, con i modelli dei parlanti nativi qualora non sia un parlante nativo della lingua che insegna.

Deve possedere una “theory of language”, conoscere cioè le principali teorie linguistiche per poter operare le scelte del ‘che cosa’ insegnare, per graduare i materiali linguistici e operare scansioni e progressioni.

Una “theory of learning” è quindi necessaria per conoscere i processi di apprendimento degli studenti, diversi a seconda delle diverse fasce d’età, per far emergere i loro bisogni e i loro desideri in fatto di apprendimenti, i loro interessi e le loro motivazioni.

Le conoscenze nel campo della sociolinguistica e delle scienze dell’ informazione guideranno l’insegnante nello sviluppo di attività comunicative che siano funzionali e appropriate alla varietà delle situazioni orali e scritte dell’ uso della lingua, tenendo conto dei diversi ambiti, dei ruoli, della modalità discorsive, dei generi e degli stili, delle strategie e delle tecniche.

La consapevolezza della natura e dei livelli di bi-plurilinguismo (bilanciato, sbilanciato, coordinato, composito) e della natura dell’educazione bilingue (sommersione, immersione, immersione parziale, segregazione ecc.) sosterranno il docente nella organizzazione del curricolo, nella progettazione dei materiali e delle attività didattiche, nelle prove di verifica e di valutazione dei risultati.

I contenuti culturali debbono comprendere anche la conoscenza degli aspetti sociali, istituzionali, educativi e ambientali del paese/luogo nel quale la lingua è usata.

2.Saper fare

Una buona competenza teorico-pratica nel settore della metodologia e didattica e delle glottotecnologie è indispensabile per garantire la scelta dei materiali appropriati, la programmazione e l’efficacia degli interventi nelle classi;

3.Saper essere

L’insegnante deve infine avere una buona capacità di inserirsi nel proprio ambiente scolastico, di lavorare collegialmente contribuendo attivamente all’innovazione. Deve saper riflettere sul proprio lavoro e analizzarlo con una mentalità di ricerca con spirito aperto e disponibilità al confronto."